Buongiorno a tutti. Oggi siamo con Dario Pelusi, di A+B Industrial Tools Company, per una testimonianza significativa sul ruolo dell'analisi dei dati. Dario ci racconterà la sua esperienza, in particolare dal punto di vista dell'adozione degli strumenti di Business Intelligence e dell'esperienza che ha avuto con Scp in questi anni. Dario, ci racconti brevemente cosa fai, sappiamo che ti occupi di strategia, di finance e di attuazione, quindi della “messa a terra” di quelle che sono le strategie aziendali. Raccontaci un pochino chi sei e chi è l'azienda per cui in questo momento stai lavorando. Certo. Ricopro il ruolo di Finance Strategy Manager del gruppo A+B industrial tools company. Sono entrato in azienda 11 anni fa come Responsabile del Controllo di Gestione. Nel corso degli anni il gruppo si è evoluto e con il gruppo anche la mia funzione. Quindi oggi mi occupo soprattutto della parte di acquisizioni e in buona sostanza di redigere il business plan industriale, fungendo da primo attore nel suo sviluppo. Quindi il mio ruolo è un po’ trasversale. Il mondo finance è fondamentale, poiché attraverso l'analisi dei numeri possiamo prendere decisioni concrete, come la ricerca di aziende, l'analisi dei dati e il suggerimento di azioni correttive - ai vari reparti - per raggiungere gli obiettivi prefissati (target). Questo è quello di cui - in buona sostanza - oggi mi occupo. In sintesi possiamo dire che c'è una forte sensibilità che vi spinge ad analizzare i numeri per prendere delle decisioni. In questo senso ti chiedo: quali esigenze vi hanno spinto a implementare una soluzione di Business Intelligence? Quali sono stati i primi driver che vi hanno indirizzato verso questa scelta? Sicuramente l’esigenza principale è stata quella di gestire la complessità in modo semplice. Sembra una frase fatta, ma in un settore molto complesso, con migliaia di referenze, molti clienti e un ordine minimo molto basso c'è un grande volume di dati. Abbiamo società interne nel nostro gruppo, molti business, quindi una BI è risultata necessaria e fondamentale per mettere ordine, per questo bisognava razionalizzare, ripulire il dato e renderlo fruibile. Tutte le aziende sono piene di dati ma molto spesso non si trasformano in informazioni utili. La Business Intelligence è lo strumento principe per farlo. Inoltre la chiave è quella di trovare un strumento che sia flessibile, che non sia rigido, ma che si adatti alle esigenze del business. Questa, secondo noi, è la difficoltà maggiore. Ci sono molti strumenti, ma pochi sono veramente flessibili e in grado di rispondere rapidamente alle nostre necessità. Per quanto riguarda la scelta tecnologica, la vostra decisione è ricaduta su Power BI di Microsoft, uno strumento all'avanguardia per la sua flessibilità. Oltre alla scelta tecnologica, anch’essa driver di scelta, com’è stato gestito il progetto con Scp nel tempo e quali sono state le tematiche che il nostro staff ha sviluppato insieme a voi? Diciamo così: oggi nel nostro sistema convivono due software. Power BI, l'ultimo strumento che abbiamo adottato, ci consente un’alta dinamicità e una buona rappresentazione dei dati. Utilizza excel, uno strumento che conosciamo, quindi dal punto di vista dell'utente è immediato e molto efficace. L'altro strumento che è la base è Oracle che in questi anni abbiamo sviluppato con Scp. Oracle costruisce il dato. In Oracle ripuliamo, costruiamo il dato e il database, mentre Power BI ci serve per rappresentarlo. Questo mix per noi è fondamentale. Scp è stato per noi veramente importante. Innanzitutto, perché ci aiuta a mettere ordine e soprattutto perché – e questo per noi è l’elemento distintivo – le persone al suo interno non si limitano a mettere in piedi l'infrastruttura dal punto di vista tecnico, ma sono molto spesso i primi ad analizzare il dato. Quindi ci danno suggerimenti, ci dicono come ottimizzarlo, se c'è qualcosa che non va, ci vengono incontro: è come avere un partner che conosce l'azienda estremamente in dettaglio e interviene. Scp fa un “pezzettino” che solitamente è la parte più inefficiente per l'azienda perché si tratta di controllare e analizzare. Grazie a Scp, spesso i dati arrivano già puliti e pronti all'uso, il che rappresenta un risultato importante per noi. Ci sono delle persone molto valide all'interno che, in questi anni, abbiamo imparato a conoscere e che ci hanno accompagnato per tutto il percorso. Sono dei punti di riferimento perché quando parliamo con loro sanno esattamente quello che dobbiamo fare e come è meglio farlo. Un progetto ha sempre due tempi: il momento in cui lo si immagina e il go live. Benefici ed effetti collaterali, dall'attuazione in poi del sistema, quindi i vantaggi competitivi, quelli che vi aspettavate, ma se ci sono state anche delle contro riflessioni che poi la lettura dei dati nel tempo, come capita i molti casi e in molte aziende dove facciamo questi progetti, vi ha spinto a soffermarvici. Sì, succede sempre. Ci si immagina un report, un lavoro preciso, poi quando si va a realizzarlo si incontra una serie di ostacoli. Nel nostro caso, la difficoltà principale è stata legata al flusso di informazioni e flusso dei dati. Noi abbiamo delle informazioni che girano sul bollettato e vengono letti dei documenti. La nostra complessità è legata alla tipologia di aziende. Il nostro gruppo comprende 15 aziende, molte delle quali utilizzano strumenti e software diversi. Aggregare i dati provenienti da tutti questi sistemi e restituire un output uniforme è molto difficile. La maggior parte delle volte si insegue un’impostazione che è quella della società principale, ma che mal si adatta alle altre. Questo implica scoprire degli aspetti nuovi e andare a risolverli come le criticità oppure i processi che nelle altre aziende si svolge meglio. Quindi dalla raccolta del dato spesso ci si accorge che, più che il dato, va rivisto il processo di queste altre aziende per arrivare a un output simile. Questo avviene sempre un attimo prima del go live quindi prima di rilasciare il report e quindi si va a ripulirlo, c'è il confronto quotidiano, si fanno dei test. Questa è la criticità maggiore, nel nostro settore: uniformare tutte le varie società. Molto spesso è difficile e bisogna inventarsi delle sovra-strutture al dato. Quindi il dato non arriva tale e quale, ma viene ri-elaborato in una fase transitoria. È funzionale al business: noi diciamo sempre che il report è un’esigenza del mondo finance, ma deve adattarsi alle esigenze del business, non viceversa. La soluzione intelligente va trovata all'interno della BI, senza modificare i processi aziendali, come avviene in altre realtà con strumenti più rigidi. Per noi il business è intoccabile e necessita di uno strumento dinamico. Molto bene, ringraziamo Dario Pelusi di Link per la testimonianza. Nelle prossime puntate vedremo altri casi di questo tipo. Grazie Dario! Grazie a voi, è stato un piacere.