Cosa resterà dello smart working?

Prendendo spunto da un articolo di Fiorella Crespi, pubblicato nella testata on-line Agendadigitale.eu, ci siamo trovati a riflettere, rigorosamente ad 1 metro di distanza dai colleghi, sul tema Smart Working. Abbiamo capito che molti lo confondono con il telelavoro (lavoro da remoto), per altri è l'ideale, ma sorprendentemente a parecchie persone piace solo in misura ridotta, non come opzione totale. Per fortuna c'è, e probabilmente in tante realtà ci sarà in futuro. Ha permesso a molte attività di restare operative almeno nelle funzionalità essenziali, ha creato sinergie tra necessità genitoriali e professionali. Ma un conto è l'emergenza, un conto la normalità.

Condividiamo l'articolo e cerchiamo insieme di capire quali scenari si possono aprire per un futuro bilanciato tra digitale e reale: https://bit.ly/3bmfF5D

"Anche se non è (stato) smart working ma forse più lavoro da casa, è indubbio che questa esperienza sta segnando profondamente il nostro modo di vivere il lavoro e non sarà possibile né è tanto meno auspicabile tornare indietro e ricominciare a lavorare come prima del 21 febbraio 2020."

Cronache da Scp: da lunedì 18 Maggio, con la riapertura di quasi tutte le attività, alcuni colleghi sono rientrati in ufficio. Non abbiamo mai smesso di lavorare, ma da subito i titolari ci hanno voluti in sicurezza totale, in postazioni da remoto, per tutte le settimane necessarie. Nel frattempo, anche se gli spazi ampi sarebbero bastati, sono state predisposte barriere protettive tra le scrivanie, alla Reception, oltre a cascate di liquidi disinfettanti per le mani.

Ma l'intelligenza di processo ha bisogno di persone e relazioni, si nutre di senso di appartenenza, di condivisione di spazi fisici, e per questo abbiamo cominciato, a turni, a ripopolare le sedi di Treviso e Belluno. 

Molti avevano patito il distacco, oppure la clausura forzata: alcuni, non ritrovandosi negli spazi del lavoro hanno provato una sorta di inquietudine. Altri vorrebbero poter lavorare da remoto in eterno. 

Cosa resterà dello Smart Working?